The cult of done manifesto: il manifesto del “realizzato”!

The Cult of Done Manifesto è apparso su Facebook tra i link di una mia cara amica (tra parentesi, la mia amica è una redattrice di un interessantissimo magazine di viaggio che leggo sempre, No Borders Magazine,  ve lo consiglio vivamente).

Questo manifesto, traducibile come “Il culto del fatto/del realizzato“, mira a celebrare l’importanza del fare, del realizzare qualcosa di concreto invece di perdersi in idee e vaghi sogni senza poi concludere nulla. Può essere applicato a vari campi, ma credo che sia utile per le menti creative.
In particolare, credo che questo manifesto possa essere utilizzato per la prima stesura del proprio romanzo. Esso non è utile per il lavoro successivo di revisione, ma credo che ci sia molta verità nelle sue parole per quanto riguarda la prima realizzazione di un proprio romanzo (o racconto!).

Ecco qua una veloce traduzione di quelli che ritengo i punti più interessanti per uno scrittore.

  • Tutto è una bozza. Accettalo. Aiuta a completare le cose. 
    La prima bozza di un romanzo, racconto o poesia raramente sarà la sua versione definitiva. Quindi quando scrivete qualcosa sappiate che è solo una bozza, che ci saranno sicuramente degli errori e che avrete poi tempo per tornare a correggerli.
  • Bandisci la procrastinazione. Se aspetti più di una settimana per realizzare un’idea, abbandonala.
    Questa affermazione è un po’ estrema ma ha un fondo di verità. Io credo che se si vuole raccontare una storia si sarà impazienti di raccontarla e si cercherà di scrivere il più spesso possibile, magari anche attraversando dei blocchi ma rimanendo concentrati sul proprio desiderio. Ovviamente una settimana è un tempo troppo breve per un romanzo, ma se dopo dieci anni siete ancora fermi ai primi tre capitoli, forse non è la storia che volete davvero raccontare, forse è la storia che pensate di raccontare per vedere o per fare colpo su qualcuno.
  • Il punto di aver realizzato qualcosa non è finire ma realizzare altre cose.
    Finire un romanzo o un racconto è una bellissima sensazione, che dovrebbe portarvi a voler ripetere l’esperienza.
  • Ridi di fronte alla perfezione. La perfezione è noiosa e ti tiene lontano dal concludere le cose. 
    Il vostro libro va sicuramente modificato per essere la miglior versione possibile, ma prima va concluso. Sicuramente ci saranno degli sbagli, anche dopo averlo finito. Non dovete mai perdere la vostra voglia di scrivere!  Persino scrittori famosi hanno continuato a modificare i loro racconti per anni dopo che erano stati pubblicati: potrebbe esserci sempre qualcosa che vi turba nel vostro lavoro, ma l’importante è concluderlo ed avere poi un materiale finito su cui lavorare ancora.
  • Il fallimento conta come realizzazione. Quindi fai degli sbagli. 
    La prima stesura conterrà molto probabilmente dei problemi. Potrebbe anche succedervi di avere una bella scaletta dettagliata che vi sembra perfetta e scoprire a metà romanzo che alcune cose non funzionano e vanno cambiate. Avete sbagliato: ma che importa? Intanto avete scritto. Allo stesso modo, il vostro primo romanzo -specialmente se scritto in età giovanile- probabilmente non sarà la vostra opera migliore. Magari nessuno ve lo pubblicherà. Non lo considerate inutile: serve comunque per imparare qualcosa.

Se siete curiosi, il manifesto completo (in inglese) lo trovate qui: The Cult of Done Manifesto.

 

Cosa ne pensate? Siete d’accordo o no?

(PS: non so se leggerete fino a qui, ma dal 6 al 20 marzo non sarò in Italia e forse non avrò internet, quindi non potrò né aggiornare né rispondere alle e-mail. Vado all’estero… in missione segreta per la mia carriera universitaria ;P)

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