Procrastinazione e scrittura: consigli per evitarla

Con l’inizio del 2012 siamo in periodo di buoni propositi. Chi non ne ha fatti almeno una volta nella vita? Per il 2012 il mio buon proposito letterario è finire almeno un altro libro! Impresa assolutamente fattibile, se non ci fosse ad ostacolarmi il demone della procrastinazione!

Procrastinazione, che parolona! Vi sembrerà strano, ma il suo equivalente inglese, procrastination, è invece molto usato. Forse perché è un’abitudine che accomuna gran parte della popolazione, ovvero…

Rinviare a un altro giorno con il fine di temporeggiare, indugiare; tirare in lungo (dal dizionario online Hoepli)

Vi sembra per caso familiare?
Non so perché, ma questo “difetto” sembra particolarmente diffuso tra gli scrittori. In tantissimi manuali viene affrontato e vengono date varie spiegazioni; tra le più comuni la paura di fallire (e se scrivo qualcosa e poi fa schifo?), la paura di essere giudicati (e se perdo tempo a scrivere e poi tutti pensano che sono strano?) , e persino la paura di avere successo ( e se scrivo un capolavoro e mi cambia la vita radicalmente?).
Inutile dire che si sprecano i consigli su come affrontarla…

Una parte di me è piuttosto drastica: a mio parere, se davvero si vuole una cosa si troverà il tempo di farla, non c’è scusa che tenga. Magari dieci minuti prima di andare a letto e basta, ma si scriverà.
Però, è anche vero che non sempre riusciamo ad essere così forti e rigidi e determinati con noi stessi… 😉 a testimonianza di questo, fatevi una ricerca su Google e vedrete QUANTI link troverete sull’argomento!

Come funziona per noi aspiranti scrittori? Ovviamente ognuno ha il suo metodo. Per esempio, con me non funziona né il prepararmi una bella scaletta per la giornata, né scrivere come prima cosa la mattina (io la mattina non esisto, vegeto)… l’unica soluzione che ho trovato è scrivere prima di andare a dormire: chiudo la porta, nessuno mi scoccia o si aspetta che io sia da qualche parte a fare qualcos’altro, nessuno mi fa domande se invece che alle 11 vado a “dormire” alle 10… così ho del tempo tutto per me. C’è da dire che al momento non lavoro quindi non sono così stanca di sera.  Quando lavoravo, scrivevo di domenica pomeriggio!
Inoltre, avere una data di scadenza mi aiuta. Invece di tenerne una immaginaria che non funzionerebbe mai, vado a spulciarmi i concorsi letterari in giro per il paese e me ne scelgo uno che mi ispiri (di solito gratuito). Poi magari finisco per non mandare nulla, ma arrivata a quella data ho perlomeno una bozza tra le mani. (ricordate quando parlavo dei benefici del NaNoWriMo?)

Altre soluzioni che ho letto in giro sono:

  • programmate dei piccoli traguardi da raggiungere ogni giorno, giorno dopo giorno. Esempio: oggi finirò il capitolo 2, domani scriverò l’outline del 3, dopodomani … è più facile evitare di rimandare se il traguardo da raggiungere sembra vicino.
  • Se avete un giorno particolarmente stressante e proprio non siete ispirati, a mio avviso dovete comunque continuare a restare nel mood della scrittura, perché se perdete anche un solo giorno  c’è il rischio di arrugginirsi ( o almeno, così succede a me). Si possono fare esercizi di scrittura creativa semplici e brevi, leggere qualcosa che ci ispira e provare a creare nella nostra testa qualcosa di simile, correggere vecchi scritti, studiare quel personaggio che vi rimane particolarmente ostico…
  • è utile avere un amico scrittore, o un gruppo di amici scrittori, che vi tiri per le orecchie se non lavorate. La cosa bella è che potrete farlo anche voi, prima o poi!
  • trovate un momento del vostro tempo in cui nessuno vi verrà a cercare per fare qualcos’altro e scrivete in quel momento, meglio ancora se è un momento attraverso il quale dovete passare ogni giorno o comunque regolarmente nella settimana. Il tragitto in treno per andare al lavoro (beh, sempre che riusciate ad avere spazio e non siate chiusi in un treno bestiame dei pendolari…). La pausa pranzo. Se andate in palestra, perché non dire che andate un’ora prima e passare quell’ora in una biblioteca a scrivere? Se associate lo scrivere a qualcosa che dovete fare comunque ogni giorno è più facile evitare la procrastinazione.
Infine, per chi di voi legge l’inglese, un utile articolo sull’argomento: 50 strategies to make yourself work!
E voi che fate? Siete dei procrastinatori incalliti o degli svizzeri puntuali quando si tratta di scrivere per piacere? Ed avete dei buoni propositi letterari per il nuovo anno?
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5 comments

  1. Tempo fa lessi da qualche parte che victor hugo asseriva di scrivere 100 pagine al giorno solo per tenersi in esercizio, ma poi in un’altra occasione lessi che quando per un incidente in barca perse la sua prediletta figlia adolescente per 10 anni non scrisse più nulla.
    Dilazionare … quando scrivevo spesso mi chiedevo:”Come mai continuo a ripetermi che voglio diventare uno scrittore e fatico così tanto a scrivere e non di rado non so che scrivere?”

    “a mio avviso dovete comunque continuare a restare nel mood della scrittura, perché se perdete anche un solo giorno c’è il rischio di arrugginirsi ( o almeno, così succede a me)”

    Il violinista deve suonare lo strumento diverse ore al giorno tutti i giorni e il nuotatore deve far vasche diverse ore al giorno tutti i giorni e il matematico deve fare esercizi tutti i giorni perché se vogliono rimanere competitivi devono allenarsi di continuo, ma questo discorso per me non vale per la scrittura.
    A meno che non si intenda il continuo esercizio di scrittura un motivo per scrivere sempre meglio e più correttamente la lingua in cui si scrive.
    Quello che cerco di dire é che uno scrittore secondo me non deve mirare a diventare un professore di italiano e non deve conoscere a memoria sempre più lemmi e sinonimi.
    Tutte cose utili al mestiere di scrivere, ma quando non senti veramente quello che scrivi non ha senso cimentarsi nell’atto della scrittura. Il vero scrittore scrive solo e soltanto con il cuore.

    Secondo me lo scrittore come qualsiasi creatore non deve mai dimenticare che lo scopo del suo operato deve essere una innocente elargizione emotiva.
    Meravigliarsi…sai sono consapevole che quanto ho scritto non abbia molto senso e avrei potuto scriverlo meglio, ma poco importa.
    Mi piace quello che fai con il tuo blog e non ti ho infastidita mi piacerebbe poter commentare in futuro quello che scrivi…in un certo senso é un pretesto per rimettermi a scrivere e asserendo ciò forse mi contraddico con quanto ho scritto sopra, ma che importa?
    Volevo solo esprimere qualcosa e forse non ci sono riuscito al meglio, ma l’ho fatto e me ne rallegro.

    Ti lascio riassumendo quello che ho cercato di esprimere invitandoti a pensare ai disegni che fanno i bambini.

    Non li trovi meravigliosi?

    1. Ciao!
      Non so se a te è mai capitato di scrivere un’opera lunga. Io personalmente ho notato che se non mi dedico alla scrittura per qualche giorno, quando poi torno a scrivere mi sembra di fare più fatica. Ovviamente non per tutti è così (ci mancherebbe, le cose “artistiche” non sono mai fatte di verità assoluta!), ma molti altri scrittori sentono questo problema: proprio per evitarlo secondo me è importante cercare di scrivere qualcosa ogni giorno, sedersi di fronte al proprio computer/quaderno e pensare a qualcosa, anche se le parole alla fine non dovessero venire. Poi sono d’accordo con te quando sostieni che non bisogna fare degli sterili esercizi, sicuramente essendo prima di tutto una passione è necessario trovare qualcosa da fare che ci piaccia e ci stimoli. Se per esempio una persona proprio non ama sentirsi dare dei limiti da un qualsiasi esercizio… beh, secondo me è comunque importante che si sieda a quella scrivania ogni giorno per un tot di tempo e cerchi di tirare fuori qualcosa, anche fosse una sola nuova parola, per la sua opera.
      Credo che tutto ciò sia importante soprattutto per uno scrittore alle prime armi, anzi probabilmente i “grandi” non ne hanno bisogno. Ma molte persone spesso iniziano un progetto piene di entusiasmo e poi pian piano si allontano, vi dedicano sempre meno tempo e lasciano perdere perdere. Secondo me questo è un peccato, probabilmente ci sono tante belle storie che non leggeremo mai per questa mancanza di costanza…

  2. Probabilmente hai ragione.
    Ho fatto qualche copia-incolla di frasi riportate in uno dei miei romanzi incompiuti e mi sono sorpreso a pensarla come te.

    ( Intanto Beethoven ventilava la stanza con amene note di pianoforte e permise agli inesorabili prodromi del sopore digestivo di dileguarsi agevolmente.

    Alle 23 circa mi sorprendo finalmente libero dalle costrizioni giornaliere e stanco, sfinito, spossato, ma con ancora la forza di esitare.

    La mia volontà ha bisogno di vitali sostegni altrimenti crollo nella morbida tentazione di rimuovere dalla mia storia di essere umano un altro giorno di vita.

    E allora leggo i miei periodi e nel flusso delle parole è come se detergessi il mio ingegno da una patina tormentosa e mi ritrovassi appieno senziente e felice di starle accanto e di poter passare un’altra notte con lei, con la mia volontà di scrivere.

    Ogni volta che mi siedo davanti al portatile non so mai cosa scriverò, ma un forte stato di incompiutezza mi avviluppa e mi fa sudare e mi rende nervoso se non ci provo quotidianamente).

    Sono stato davvero troppo a lungo lontano dalla scrittura, ma ricomincio a sentire qualcosa.
    Un diafano desiderio di esprimermi ancora e con maggior caparbietà che in passato.

    La tua volontà di diventare uno scrittore professionista é come una bambina ludica che mi gira intorno piena di entusiasmo e mi stai smuovendo un pò di apatia.
    Tu per me sei una specie di enzima.
    Ciao.

  3. Non ricordo se è la Bibbia a dirlo, ma pare che gli angeli consiglino ai pigri di tagliare rovi per l’area che il corpo occupa quando sta sdraiato a riposare. Dovrebbe essere l’equivalente di una quindicina di fogli… Io aggiungerei, se fossi un angelo, di scriverne anche uno soltanto, strappando le radici della pigrizia in modo che altri rovi non spuntino.
    Quando i viandanti attraverseranno il terreno che avrete reso fertile non vi ringrazieranno, perché non sapranno mai che quel prato è così bello per merito vostro. Questo è il vero segreto del successo che l’anonimato dovrebbe perseguire.

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